DAVID SENZA FIONDA
viaggio nell'inverno di franz schubert
Concerto racconto a cura di Mario Borciani
con la Dual Band
Ma ce lo meritiamo noi Schubert?
Più di 600 Lieder, che se li chiamiamo così mettono subito soggezione, e non c’è niente di più sbagliato: canzoni sono, e hanno lasciato un’eredità ricchissima a tutti quelli che dopo di lui pensano la musica in canto, da Brahms a Brecht e Weill a Paul McCartney: le novità di Schubert nel campo dell’armonia, della ritmica e della struttura melodica sono un evento fondamentale nella storia della musica europea.
Seriamente, ce lo meritiamo Schubert?
Ce lo meritiamo questo David senza fionda, questo David occhialuto che, vivendo nell’ombra scomoda e titanica di Beethoven, nella stessa Vienna, negli stessi anni, ci svela un universo che potremmo definire opposto?
Nessuno più di lui creò tragedie senza mai tragicizzare, nessuno più di lui si concesse alla melodia del mondo senza mai volerla esaurire, anzi, col proposito di riservare a tutti noi la nostra parte.
Sulla linea dei concerti-racconto della Dual (Beethoven, Mozart, Monteverdi), percorreremo la sua breve e non facile vita attraverso le testimonianze dei suoi amici, le lettere, gli aforismi, le pagine di diario e le brevi pagine liriche che scrisse; e naturalmente attraverso pezzi per pianoforte (al pianoforte Mario Borciani) e i suoi Lieder – oops, canzoni! – , il genere musicale in cui non ebbe né prima né dopo esempi di altezza paragonabile, cantati da Emil Abdullaiev e Beniamino Borciani.
foto di Sergio Bertani de Lama